Traumatologia della danza: cosa devi assolutamente sapere

Quando parliamo di traumatologia nella danza possiamo dividere gli infortuni in due gruppi:

  • le lesioni acute (traumatiche)
  • le lesioni da overuse (microtraumatiche)

Considerando tutti i diversi stili, la percentuale di danzatori che ogni anno subisce un trauma varia dal 42 al 97%. E’ un dato importante in relazione al fatto che si tratta di un settore che ha 2 “lacune”:

manca ancora un vero programma di prevenzione
ci sono pochi professionisti medico sanitari specializzati in materia

Per prima cosa è bene distinguere in 2 gruppi i diversi tipi di infortuni:

  • Le LESIONI ACUTE: conseguono a un unico evento durante il quale una causa meccanica esterna produce un danno che interrompe l’integrità anatomica di una parte del corpo (muscolo, tendine, legamento, osso, cartilagine ecc). Le più frequenti sono:
    contusioni
    distorsioni, lussazioni
    contratture, stiramenti, strappi muscolari
    fratture
  • Le LESIONI DA OVERUSE: conseguono a sollecitazioni ripetute nel tempo. I tessuti, a un certo punto, non riescono più ad “ammortizzare” la fatica e manifestano sintomi di vario tipo. Le più frequenti sono:
    fratture da stress
    sindromi da conflitto
    tendinopatie
    borsiti
    lombalgia
    anca a scatto
    groin pain (dolore inguinale)

 

Si tratta in generale di traumi connessi alla pratica stessa della danza, sui quali possono concorrere molti fattori:

  • sesso (femmine più dei maschi)
  • età (prima o dopo il menarca)
  • ambiente: tipo di pavimento, illuminazione, tipo di scarpe
  • fatica psico-fisica
  • ripetizione di movimenti stereotipati
  • tipo di lezione
  • tecnica di insegnamento e insegnante (cambiare uno o entrambi aumenta il rischio)
  • errori tecnici e posturali
  • scarse doti anatomiche
  • ritorno troppo precoce in attività dopo un precedente trauma

 

In 18 anni di esperienza “sul campo” ho incontrato tutti i tipi di infortuni.

I danzatori possiedono un eccezionale potere: la capacità di affrontare e superare le difficoltà con un’autoefficacia e una motivazione che non ho trovato in nessun altro tipo di atleta. Ho imparato che per fare davvero la differenza bisogna “maneggiarli” con competenze altamente specializzate.

E puntare in team a una carriera duratura e brillante.

Leggi di più se vuoi scoprire altri segreti…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Il post ti è stato utile? Condividilo!

Potrebbe interessarti anche: